Ettore Giordano

Lo chef Ettore Giordano, sceglie di cimentarsi in questo straordinario mestiere all'età di diciassette anni e inizia subito ad apprendere l'arte nei migliori alberghi della provincia di Palermo e lavora al fianco di professionisti che gli svelano i segreti del mestiere.

Continua la sua strada e frequenta corsi di cucina presso "l'istituto scuola d'arte culinaria Etaile" a Chioggia lido Venezia e da li inizia a conoscere altri grandi nomi d'arte come Giorgio Nardelli, Sergio Mei, Fabio Tacchella, Umberto Vezzoli, Rossano Boscolo e tanti altri, dai quali prende consigli e scopre tecniche nuove. Si perfeziona nell'arte dell'intaglio e inizia a ricevere i primi riconoscimenti in diverse località italiane.

Tutto questo non gli basta, ha voglia di imparare, conoscere nuove tecniche e sapere di più sul suo lavoro, così si allontana dalla sua amata Sicilia per recarsi prima a Bolzano, dove si perfeziona nella cottura della cacciagione e in seguito a Francoforte, per apprendere tutte le tecniche che vengono utilizzate nell'esecuzione dei piatti tipici locali.

Grande è la sua passione per i fornelli, che lo porta a pensare: “Perché non unire l'esperienza maturata fino a oggi in una cucina internazionale usata sulle grandi navi da crociera?” Questo pensiero diventa realtà e all'età di trent’anni inizia quest'avventura. Si imbarca in successione su quattro navi da crociera che gli permettono di maturare un grande senso del dovere oltre a quello professionale.

La sua dedizione all'alta cucina, lo fa crescere professionalmente senza mai togliergli il desiderio di perfezionarsi giungendo con orgoglio ad essere ammesso come membro nella Confraternita francese della "Chaîne des Rôtisseurs" con il grado di Chef Rôtisseur. 
Oggi con la stessa curiosità continua la ricerca di novità e “grandi” particolari da offrire nei suoi piatti. Gusto forte, ma raffinatezza soave, colori e anche delicatezza sono le basilari qualità che vuole offrire a chi gusta i suoi piatti.

Da un'intervista allo chef. Ettore Giordano, che ci ha inviato, per raccontarci come ha scoperto la vocazione dei fornelli.

Ettore, quando e dove sei nato?

“Sono nato 42 anni fà in Sicilia, precisamente a Palermo. Ultimo figlio di una famiglia numerosa dove la mia mamma ha sempre rappresentato il punto forte della casa, che scherzosamente mi piace sempre paragonarla ad una tenera Chioccia”.

Cosa ricordi della tua infanzia?

“Ricordo il calore e il buon odore che venivano dalla cucina di casa e che non mancava mai. Quei profumi che mi avvolgevano al ritorno della scuola e che mi davano tanta gioia e tranquillità, ancora oggi, li percepisco davanti ai miei fornelli”.

Quindi è per questo motivo, che hai iniziato ad attribuire un ruolo importante all'arte della cucina nella tua vita...

“Infatti, già in tenera età capii che quella era la mia passione, perché la curiosità di guardare i vari passaggi effettuati dalla mia mamma durante la preparazione delle sue pietanze, mi rendeva felice e desideroso di imparare”.

Come la definisci la tua cucina?

“Colorata, fantasiosa e con un gusto raffinato...queste sono le particolarità che cerco e voglio dare ai miei piatti. Il piacere che provo nel vedere i miei clienti apprezzarli, mi rende orgoglioso e convinto dei tanti sacrifici affrontati durante la mia carriera”.

Dopo diversi anni e moltissime esperienze, hai ancora davanti ai tuoi occhi un obiettivo da raggiungere?

“Certo...è la continua ricerca della perfezione nelle mie ricette...perché non mi ritengo arrivato all'apice della carriera...ho ancora molto da imparare!”.

Come hai vissuto le tue esperienze all'estero, distante dalla tua casa?

“La lontananza è sempre difficile per chi parte, ma conoscere altre persone di altri paesi e condividerne le passioni e le esperienze, rimangono sempre una fonte inesauribile di cultura che arricchisce tantissimo il percorso formativo intrapreso”. Per quanto mi riguarda quelle all'estero, sono state tutte delle conoscenze bellissime che hanno contribuito a migliorare la mia professionalità ed è per questo motivo che non finirò mai di ringraziare i miei colleghi, perché da loro ho tanto imparato”.

Per terminare?

“termino affermando che ho avuto la fortuna di avere accanto una donna molto speciale, che ha sempre incoraggiato e assecondato le mie necessità formative, permettendomi di uscire spesso dal mio paese, concedendomi l'opportunità di ricevere i vari riconoscimenti a livello mondiale che mi sono stati conferiti fino ad oggi”.