Fabio Faruk Neziri

Pur non avendo origini italiane, riteniamo a pieno diritto "adottivo" che Neziri Faruk nome in arte Fabio faccia parte del mondo culinario d'Italia ed è per questo che con enorme piacere lo annoveriamo, a nostro giudizio e non solo, tra le "Eccellenze italiane" del nostro sito.

Infatti Fabio Faruk Neziri nasce nel 1974 a Bihac (B&E):

"Ho vissuto i miei primi anni nella più normale quotidianità.

Il primo trasferimento portò la mia famiglia in Macedonia seguendo la speranza di un avvenire migliore.

Cambiai le abitudini dell'infanzia, la lingua materna e la cittadinanza: divenni macedone come mio padre.

Questo fece nascere in me il desiderio di inserirmi appieno in questo Paese, bello, ma difficile per la sua cultura multietnica complessa.

Era destino che questo non accadesse.

Infatti a dodici anni dovetti nuovamente trasferirmi, stavolta in un paese vicino a Belgrado.

Ancora nuova lingua e nuovi percorsi didattici che affrontai con serenità e curiosità, con quel coraggio che era frutto delle esperienze già vissute e che andava formando una personalità forte e vivace.

Causa del trasferimento fu il lavoro.

Grandi pasticcieri, i miei aprirono una pasticceria pensando soprattutto a me, il primogenito, al mio futuro, e fu per tutti noi una grande festa.

Per la prima volta misi la testa in un laboratorio, dove gli aromi, i profumi, le elaborazioni accesero la miccia di un percorso arduo, ma emozionante.

Scuola e lavoro si alternavano giorno dopo giorno.

Era faticoso, ma entusiasmante perchè significava imparare e creare per dare piacere a sè ed agli altri.

A seguito della situazione politica di quegli anni, però, purtroppo la mia famiglia fu costretta a cercare orizzonti più sicuri e tornò in Macedonia.

Grazie ai nonni paterni potemmo vivere serenamente anche se per me, adolescente, significò nuovamente cambiare lingua, scuola, amici, modi di vivere e di pensare...

Finii comunque le scuole medie con ottimi voti e mi iscrissi all'Istituto Alberghiero di Gostivar dove feci germogliare quella passione seminata nel mio animo in quella pasticceria che ero stato costretto a lasciare.

L'Istituto Alberghiero mi permise di fare tre esperienze importanti come stagista: in Croazia (a Opatia e a Pag), in Austria a Vienna ed in Svizzera a St. Moritz.

Terminai gli studi con risultati eccellenti, andai a Milano dove mi fermai per un paio di settimane e poi proseguii per Roma, deciso a conoscere e a farmi conoscere.

Nei primissimi anni '90, la fortuna mi baciò in fronte perchè potei frequentare un grande maestro, Antonio Astorino, che mi insegnò una cucina molto diversa da quella che fin ad allora avevo praticato. E che cucina!

Mi fece imparare molto e mi diede fiducia e dopo quattro anni divenni una colonna portante del suo ristorante.

Sentendomi già sicuro, contro il parere del mio maestro che avrebbe voluto che maturassi ancora, nel 1996 decisi di cambiare e condurre una cucina tutta mia.

Per circa due anni mi buttai a capofitto in esperienze tutte nuove, non solo in ambito professionale, ma anche privato perchè sposai la mia cara Anife che mi diede gli adorati figli Fikret e Zeqie.

“Troppo presto” aveva detto Astorino. Lo capii anch'io, e seppi riconoscerlo.

Tornai dal mio maestro, al suo ristorante ed alla sua illuminata filosofia.

Nel 1999 le nostre strade si divisero ancora: egli fu chiamato a ricoprire il prestigioso ruolo di chef della Camera dei Deputati (dove opera tuttora), io scelsi di andare a Fiumicino dove mi aspettava un'esperienza ancora più intensa delle precedenti: fui assunto come chef del ristorante “Queen Mary” e, contemporaneamente, volli aprire una gastronomia ad Ostia Lido.

Col passare del tempo, però, mi resi conto che gestire più di un'attività e farlo bene come piaceva a me era molto difficile.

Così alla fine del 2000 vendetti la gastronomia e mi dedicai anima e corpo al meraviglioso ristorante gestito da ben quattro generazioni dalle famiglie Ferrari e Luca.

Nel 2001 conobbi un personaggio importante nel mondo della cucina, Marco Ferrari, sous chef di “Villa Madama” a Roma, il quale mi volle accanto a sé nell'organico di questa grande organizzazione. Con il benestare dei proprietari, nel tempo in cui non ero impegnato al “Queen Mary” mi immergevo nelle nuove prove accumulando un bagaglio di capacità culinarie veramente ricco. Ero benvoluto, lavoravo bene, moglie e figli erano sereni, eppure nel 2004 sentii il desiderio di ricongiungermi ad una parte dei miei familiari che era venuta a vivere nel nord dell'Italia.

Ringraziando con commozione la splendida famiglia romana che mi aveva voluto tanto bene, con un po' di scetticismo legato agli stereotipi del “settentrionale freddo”, intrapresi il viaggio verso la Pianura Padana, verso Asola, paese fino ad allora a me sconosciuto, ma che si rivelò bellissimo ed ospitale.

Qui conobbi Andrea Grossi e l'allora suo socio, titolari di una piccola trattoria legata alle caratteristiche della cucina mantovana, campo per me quasi inesplorato.

Mi introdussi con cautela e con rispetto in questa nuova esperienza sapendo che quella locale era una cultura culinaria ben fondata e riconosciuta a livello mondiale, ma che secondo me, date le conoscenze che avevo accumulato, ero convinto che potesse essere efficacemente rivitalizzata.

Onorai la tradizione del territorio, ma,dopo due anni non facili, quando nel 2006 Andrea Grossi si mise in proprio con un progetto tutto nuovo, lo affiancai con entusiasmo.

Il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, nacque il ristorante “La Filanda”, aria nuova per Asola.

Due persone giovani, ricche di aspirazioni positive per il proprio lavoro, desiderose di dare al proprio paese il meglio e che operano in un ambiente accogliente e raffinato non sono una realtà molto comune.

Andrea mi concesse la massima fiducia ed io, in questo clima di collaborazione, potei sperimentare un mio stile ( che chiamerei “fusion”) da perfezionare continuamente rispettando i profondi legami con l'habitat circostante.

Poteva sembrare un esperimento un po' azzardato, invece non fu così.

Proprio le persone che temevamo fossero le più difficili da accontentare apprezzarono le novità proposte da due giovani innamorati della loro professione.

Ben presto ricevemmo diversi riconoscimenti, a livello nazionale e non, che ci incoraggiarono e ci inorgoglirono.

Ma oggi come allora è soprattutto il gradimento dei nostri ospiti che ci carica ogni volta di grande entusiasmo, ingrediente fondamentale per continuare a preservare l'identità esclusiva di questo nostro ottimo locale."